Nato a Curtarolo (PD) nel 1907, Bernardo Longo partì per l’Argentina appena due anni dopo la sua ordinazione sacerdotale avvenuta nel 1936. Nello stesso anno, però, date le circostanze avverse dovute all’imminenza della guerra, egli decise di prendere la strada dell’Africa. La zona dell’alto Zaire (ex Congo belga) divenne così il suo campo di missione. Nel 1939 riuscì a fondare una missione nel piccolo villaggio di Nduye nel cuore della foresta dell’Ituri, dove visse per ventisei anni, fino alla morte. Questa missione raccoglieva tribù e gruppi etnici piuttosto dissimili: dai walesi ai pigmei, a neri arabizzati e altri protestanti. Quale frutto di duro lavoro, sorsero un po’ alla volta una chiesa, una casa per i padri e per le suore che nel frattempo avevano raggiunto padre Longo, una scuola per ragazzi, una per ragazze e un dispensario e poi anche un’officina e una scuola per fabbri-meccanici.
Ma la situazione politica dello Zaire era piuttosto instabile: dopo l’indipendenza raggiunta nel 1960 il paese era caduto nell’anarchia più assoluta e la ribellione cominciava a serpeggiare. Gruppi di rivoluzionari, tra questi i simba erano i più terribili, trascinarono il paese nel terrore. Gli anni che seguirono videro la trucidazione e il massacro di moltissima gente , tra questi anche parecchi missionari, incluso Padre Longo.
Il 29 ottobre del 1964 padre Longo e le suore della sua missione furono arrestati dai rivoluzionari simba che avevano occupato Mambasa già da qualche mese. Processato davanti a un cosiddetto tribunale del popolo, in mezzo a gente ammutolita dal dolore ed esterrefatta per le violenze dei simba, egli fu iniquamente condannato a morte e selvaggiamente trucidato con due pallottole alla testa e più di duecento colpi di lancia. La sua salma fu sepolta nel cimitero di Mambasa da un pietoso infermiere protestante, suo amico.